Omocisteina nel sangue, perché è importante dosarla

9 set 2025
Omocisteina nel sangue, perché è importante dosarla

Omocisteina nel sangue, perché è importante dosarla

L’omocisteina è un amminoacido che si forma come prodotto intermedio del metabolismo della metionina, un nutriente essenziale che l’organismo ricava soprattutto da alimenti come carne, uova e latticini. In condizioni normali, questo composto non si accumula perché viene trasformato rapidamente in altre sostanze grazie all’azione combinata di vitamine fondamentali come B6, B12 e acido folico.

Se però queste vitamine scarseggiano, l’omocisteina tende a rimanere nel sangue in quantità superiori al normale, con possibili effetti dannosi sull’apparato cardiovascolare, sul sistema nervoso e sulla salute delle ossa.

Omocisteina: perché è importante tenerla sotto controllo

Il dosaggio dell’omocisteina, noto come omocisteinemia, viene effettuato tramite un prelievo di sangue venoso ed è utile per valutare la concentrazione di questo amminoacido nel plasma.

Livelli troppo alti (iper-omocisteinemia) sono associati a un maggior rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, dato che un eccesso di omocisteina può lesionare la parete dei vasi sanguigni, facilitare la formazione di placche aterosclerotiche e aumentare la tendenza alla coagulazione, con conseguente pericolo di infarti, ictus e trombosi. Ma non si tratta solo di cuore e arterie: diversi studi hanno collegato tale condizione a un aumento della fragilità ossea e a disturbi neurodegenerativi.

Inoltre, questo esame rappresenta un indicatore indiretto di eventuali carenze di vitamine del gruppo B e di folati, sostanze indispensabili per il metabolismo dell’amminoacido in questione. Nei neonati, il test viene utilizzato come screening per l’omocistinuria, una rara malattia ereditaria caratterizzata da valori estremamente elevati di omocisteina nel sangue e nelle urine.

I valori di riferimento si collocano in genere tra 5 e 12 µmol/L (micromoli per litro) e, se i livelli superano questa soglia, può essere necessario indagare ulteriormente. La correzione è spesso possibile con una dieta ricca di folati (verdure a foglia verde, legumi, agrumi), vitamina B6 (cereali integrali, banane, pesce) e vitamina B12 (carne, uova, latte), oppure con integratori specifici, se consigliati dal medico.

Quando preoccuparsi

Avere livelli di omocisteina più alti della norma non significa automaticamente essere malati, ma rappresenta un segnale da non trascurare, ragion per cui è consigliabile monitorare con attenzione l’omocisteinemia per:

  • valutazione del rischio cardiovascolare, specie in chi ha familiarità per infarto o ictus;
  • sospetta carenza vitaminica, quando compaiono sintomi come stanchezza, pallore, tachicardia, difficoltà di concentrazione, formicolii o disturbi digestivi;
  • controlli dopo eventi cardiovascolari, per verificare la possibilità di recidive;
  • screening neonatale per diagnosi precoce di patologie ereditarie.

Valori bassi di omocisteina non hanno alcuna rilevanza clinica e non comportano rischi per la salute. L’attenzione deve quindi concentrarsi sui casi di iperomocisteinemia persistente, che richiedono sempre la valutazione di un medico, essenziale non solo per individuare precocemente possibili fattori di rischio, ma anche per guidare strategie preventive mirate a proteggere cuore, cervello e ossa nel lungo periodo.

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