Monacolina K, cos'è, utilizzi e dosaggio massimo giornaliero secondo le nuove direttive dell'UE
La Monacolina K è una molecola che si ottiene dalla fermentazione del riso rosso da cucina. Grazie all’azione di alcuni lieviti si ottengono le monacoline e, tra esse, il sottotipo K ha una struttura chimica identica alla lovastatina, un principio attivo adoperato per ridurre i livelli di colesterolo. La lovastatina è spesso utilizzata nei farmaci che trattano l’ipercolesterolemia e condizioni simili ad essa associate.
Monacolina K e colesterolo
La Monacolina K è capace di inibire l’enzima idrossimetilglutaril-coenzima A (HMG-CoA) reduttasi deputato alla sintesi del colesterolo.
L’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha approvato i claim secondo cui le Monacolina K possa contribuire al mantenimento di livelli ematici di colesterolo nella norma.
Se assunta quotidianamente, la Monacolina K:
- contribuisce a ridurre il colesterolo cattivo 15-25% dopo 6-8 settimane;
- fa diminuire i livelli di trigliceridi.
Una riduzione della colesterolemia del 20%, da raggiungere con una correzione dello stile di vita e l’integrazione nutrizionale, potrebbe ridurre il rischio cardiovascolare di circa il 20%.
Le direttive europee
Il regolamento proposto dalla Commissione Europea prevede, per gli integratori, un apporto massimo di Monacoline totali giornaliere inferiore a 3 mg (da specificare in etichetta).
In etichetta va specificato che:
- l’integratore non deve essere assunto da donne in gravidanza, in allattamento, da persone sotto i 18 anni e oltre i 70 anni;
- bisogna consultare il medico se si presentano problemi di salute a seguito dell’assunzione del prodotto;
- l’integratore non va assunto se si stanno assumendo farmaci per ridurre il colesterolo o altri prodotti a base di Riso rosso fermentato.
Le restrizioni si applicano alle Monacoline totali e non solo alla Monacolina K. Negli estratti di riso rosso fermentato si trovano almeno 10 tipi di Monacoline diverse, ossia molecole con una struttura simile alla Monacolina K e con lo stesso meccanismo d’azione. Si parla quindi di Monacoline primarie, più attive nell’inibire l’enzima target, tra cui la Monacolina K, e Monacoline secondarie, dotate di attività inferiore.
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