
Assumere Vitamina C in inverno: benefici e controindicazioni
Quando arriva la stagione fredda, l’assunzione di vitamina C diventa una pratica diffusa per sostenere le difese immunitarie e prevenire i malanni tipici dell’inverno. Nota anche come acido L-ascorbico, essa appartiene al gruppo delle vitamine idrosolubili, ovvero non può essere accumulata nell’organismo ma deve essere introdotta regolarmente attraverso l’alimentazione o con l’aiuto di integratori.
Benefici della vitamina C in inverno
La vitamina C partecipa a numerosi processi fisiologici fondamentali.
In primo luogo, favorisce la produzione di collagene, una proteina indispensabile per mantenere la pelle elastica, le articolazioni forti e i vasi sanguigni in buona salute, effetti che si traducono anche in una maggiore protezione contro gli agenti esterni.
Sul piano immunitario, la vitamina C stimola la produzione di interferone, una proteina che aumenta la resistenza dell’organismo contro i virus, e migliora l’attività delle cellule di difesa come linfociti, neutrofili e macrofagi. Per questo motivo, un adeguato apporto di vitamina C aiuta a ridurre la durata e l’intensità dei sintomi influenzali e del raffreddore.
Oltre alla sua azione immunostimolante, la vitamina C agisce come antiossidante naturale, contrastando i radicali liberi che si formano in seguito a stress, inquinamento o alimentazione scorretta. Questa funzione protettiva è utile non solo per rallentare i processi di invecchiamento cellulare, ma anche per sostenere la salute del cuore e del cervello.
La vitamina C supporta anche la sintesi degli ormoni surrenalici, come adrenalina e noradrenalina, che aiutano l’organismo ad affrontare situazioni di stress fisico e mentale, funzione particolarmente utile in inverno, quando stanchezza e sbalzi di umore sono più frequenti.
Effetti collaterali e controindicazioni della vitamina C
In generale, l’integrazione di vitamina C risulta sicura se effettuata in dosi corrette e per periodi limitati, preferibilmente come supporto a una dieta equilibrata e non come sostituto dell’alimentazione naturale.
Dosi troppo elevate di vitamina C, ovvero superiori a 2 grammi al giorno, possono causare disturbi gastrointestinali come nausea, crampi addominali o diarrea. Il corpo, infatti, assorbe solo una parte della vitamina ingerita, mentre l’eccesso viene smaltito dai reni.
L’eventuale assunzione prolungata di alte quantità di vitamina C può aumentare l’escrezione di ossalati, sostanze che in soggetti predisposti possono favorire la formazione di calcoli renali e, per questo motivo, chi soffre di calcolosi renale dovrebbe evitarne il sovradosaggio e limitare l’integrazione quotidiana a valori moderati.
Un’altra precauzione riguarda le persone affette da emocromatosi, una condizione caratterizzata da accumulo eccessivo di ferro: la vitamina C, infatti, potenzia l’assorbimento intestinale del ferro e può aggravare la condizione, rendendo necessario un controllo medico prima di iniziare l’integrazione.
In ultimo, la vitamina C può interferire con alcune analisi delle urine, alterando i risultati di test volti a rilevare i quantitativi di glucosio e bilirubina nel sangue: per evitarlo, si consiglia di sospendere l’assunzione della vitamina il giorno precedente all’esame.
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